Per scrivere bene imparate a nuotare

in fondo, non è mai troppo tardi

Per scrivere bene imparate a nuotare è un buon libro da portare con sé in vacanza.
Io, tra mare e montagna, preferisco la seconda, però può capitare di trascorrere le vacanze in riva al mare. E lì, sdraiato sotto l’ombrellone, vivo con terrore l’arrivo di qualche animatore. Succede anche a voi?
In quella situazione, metto in pratica la tecnica collaudata durante gli anni di scuola: distogliere lo sguardo e celarsi dietro un libro. Ecco, questo libro si rivelerà utile allo scopo.
Per scrivere bene imparate a nuotare è libro scritto da Giuseppe Pontiggia, curato da Cristiana De Santis ed edito da Mondadori.
Se osservati da lontano, la copertina illustrata da Andrea De Santis dissimulerà agli occhi degli altri villeggianti il fatto che siete degli intrepidi secchioni in vacanza; da vicino l’animatore capirà che con gente, immersa nella lettura di manuali di scrittura, non può avere alcuna speranza!

Copertina Per scrivere bene imparate a nuotare

Finzione e serietà

Un’introduzione ironica non è certo irrispettosa nei riguardi di questo libro e del lavoro di Giuseppe Pontiggia. Tutt’altro: la forza di questo manuale sta proprio nella sua leggerezza.

Cristiana De Santis raccoglie in un unico volume, le trentasette lezioni di scrittura scritte da Pontiggia per la rivista letteraria Wimbledon e per Sette, il settimanale de Il corriere della Sera. Scrivere di scrittura era un tema caro a Pontiggia, le sue riflessioni divennero persino l’oggetto delle lezioni di scrittura tenute presso il Teatro Verdi a Milano.
Le lezioni sono strutturate in forma di intervista. Una finzione ideata e interpretata dallo stesso Pontiggia, il quale alterna i panni dell’intervistatore e dell’intervistato per guidare sapientemente il discorso. E così, pagina dopo pagina, io mi ritrovo nelle domande e mi sorprendo delle risposte.
Domande schiette che indagano nel profondo il linguaggio e l’arte della scrittura; risposte lievi, ma serie.

«Quando non hai una forte curiosità per quello che stai scrivendo, per quello che stai scoprendo attraverso la scrittura, significa di solito che hai imboccato un vicolo cieco, che stai replicando te stesso, che stai ripetendo quello che già sai.»

Giuseppe Pontiggia

Una cruda realtà

Perché leggere ora un manuale di scrittura?
Forse perché non è mai troppo tardi per imparare a far bene qualcosa di importante. Forse perché saper comunicare in modo efficace è diventato ancora più urgente, oggigiorno. Ognuno avrà la sua risposta, ma rimane il fatto che il linguaggio è un arma potente e pericolosa: meglio saperla maneggiare con cura.

Io, per esempio, ho capito di non saper scrivere ai tempi della stesura della Tesi di Laurea in Architettura. Penserete – come feci io – che per fare l’architetto era più importante saper disegnare che scrivere. In fondo, erano gli stessi professori a raccomandare che le tavole parlassero da sole: i testi esplicativi, infatti, erano banditi.
Però non tutto può essere comunicato attraverso la grafica. Difatti, ogni mezzo ha le proprie potenzialità ed i propri limiti, occorre imparare a conoscerli per disporne efficacemente.
Il rischio di una cattiva comunicazione – oggi come all’ora – è di non dare vita ad un’idea o ad un concetto. Ciò che non è comunicato, semplicemente non esiste.

Il valore del linguaggio

Da tutte queste lezioni ne scaturisce un insegnamento importante: il linguaggio è importante. Oggi più che mai.
Siamo immersi in acque turbolente, costantemente sommersi da notizie, giudizi, commenti e opinioni. Per rimanere a galla, occorre saper nuotare.

Così come il nuoto, anche la scrittura è un’abilità che si impara con la pratica e l’esercizio e che sottende la conoscenza di una tecnica. Un’arte che ci permette di non annaspare in un «linguaggio inefficace, il linguaggio non persuasivo. Il discorso che si articola in modo causale, senza realizzare una forma, senza perseguire una strategia e una gerarchia degli effetti nella scelta e nella collocazione delle parole. Senza seguire un ordine, né esplicito, né dissimulato.»
Pontiggia, in queste sue trentasette lezioni, ci offre una traccia per allenare la nostra capacità di scrittura e di espressione.

Se in questo momento siete sdraiatati sotto l’ombrellone, riponete ciò che state leggendo e tuffatevi. Fate attenzione a quanto sia naturale nuotare tra le onde e, al tempo stesso, a quanto siano coordinati i vostri movimenti. Se potete farlo in acqua, non sarà impossibile di fronte ad una tastiera.

Buona Lettura, buona vacanze e buona nuotata!

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