Indagine su Villa Siotto Pintor
Villa Siotto Pintor porta un nome insolito per noi continentali. Infatti, questo duplice cognome possiede sonorità calde, oserei dire esotiche. Ritmo e accenti che non ritroviamo negli appellativi di altre illustri casate lombarde, una dissonanza che incuriosisce.
Purtroppo questo cognome non lo si ode, ormai da parecchi anni. Non lo si pronuncia più nel rivolgersi ad un discendente di questa famiglia. I Siotto Pintor, infatti, arrivarono in questo borgo quasi all’improvviso e con altrettanta rapidità se ne andarono senza lasciare eredi.
Una ricerca storica su Villa Siotto Pintor
Di questa villa e dei suoi ultimi abitanti si sa poco. Troppo poco, aggiungo io.
Sappiamo meno di quanto vorremmo e di quanto dovremmo conoscere per il bene di questo piccolo gioiello artistico.
Esistono i racconti custoditi nella memoria di uomini e donne, storie di avventurose esplorazioni di bambini e bambine tra le stanze della villa e gli arbusti del giardino. Tuttavia, queste sono storie che potrebbero svanire presto, qualora non dovessimo riuscire a fissarle nella memoria collettiva.
Sono storie che ricreano l’atmosfera di un tempo passato, un modo di abitare il borgo e la villa. Ma non sono documenti che ci possono aiutare a scrivere la Storia di Villa Siotto Pintor.
Per nostra fortuna, esistono ancora tracce e documenti che possiedono l’ufficialità della storiografia, frammenti che ci aiutano a gettare luce su un passato importante.
Ma tutto questo non basta, purtroppo. Non basta per costruire la conoscenza di questo luogo e per rafforzare la consapevolezza del suo valore.
Serve una ricerca attenta e accurata, soprattutto per fare ordine tra documenti e testimonianze, oltre che per attribuire valore alle diverse fonti.
Questa ricerca ancora non c’è, ma la comunità di Gorlago si è posta questo ambizioso obiettivo. Prima di tutto ha avviato un processo di partecipazione e di progressiva conoscenza di questo patrimonio, ed ora propone una borsa di studio per giovani studiosi.
Annualmente il Comune di Gorlago, in collaborazione con l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo, bandisce una borsa di studio finalizzata a sostenere un progetto di ricerca storica sul patrimonio locale.
La villa e il giardino
Ora vi racconto la Villa Siotto Pintor. In realtà ne avevo già scritto in “Gorlago: una perla della bergamasca”, un articolo pubblicato in occasione delle Giornate del Fai d’Autunno.
Sappiate, però, che vi descriverò la villa dal mio personale punto di vista, come se fosse un colpo d’occhio dalla cancellata d’ingresso. Un’immagine fugace che racchiude tante sensazioni, ognuna diversa dalla precedente. Perché ogni volta che varco la soglia di quell’ingresso tutto cambia.
Villa Siotto Pintor se ne sta nascosta nel cuore del borgo di Gorlago, in una sorta di timidezza architettonica che rivela una riservatezza sardo-bergamasca.
Difatti occorre sapere della sua esistenza per cogliere la sua presenza. Bisogna faticare con lo sguardo per conquistare la sua facciata eclettica, al di là di quel grande albero che la nasconde dietro le sue fronde e il tronco imponente.
Come spesso accade in situazioni come questa, si scruta negli angoli più remoti e inaccessibili, lasciando scivolare lo sguardo su ciò che abbiamo dinnanzi ai nostri occhi. Ci sforziamo di guardare la villa, ma non prestiamo attenzione alla maestosa quercia che ci accoglie nel giardino di rappresentanza.
A dire il vero non è una quercia qualsiasi, quella è una sughera.
Vi chiederete cosa ci faccia una sughera in bergamasca? Semplice: è qui per amore.
Per amore della Sardegna, di quell’isola che Gustavo Siotto Pintor lasciò secoli fa per trasferirsi in Lombardia.
In effetti, la sughera è l’ultimo erede dei Siotto Pintor e abita ancora la villa. Peccato che non possa parlare e raccontarci tutto quello che sa.
Tuttavia gli auguro di sorvegliare l’ingresso della Villa ancora per molti decenni a venire.
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