Rigenerazione ambientale

Verso un’oasi di comunità

Le Stanze di Natura è un progetto di rigenerazione ambientale – o per meglio dire – urbana?
Non saprei dire. Possiede i presupposti per esserlo, ma per poterlo affermare con certezza dobbiamo osservare gli esiti futuri.

Rigenerazione urbana è una locuzione che, di questi tempi, è sulla bocca di tutti. Ma ci siamo davvero chiesti in cosa consista questa fantomatica rigenerazione urbana?
Io la semplificherei con queste parole: la trasformazione di un luogo che si accompagna ad un processo di ricolonizzazione da parte di nuovi abitanti.
Infatti, se manca una delle due componenti non parlerei di rigenerazione.

Per di più, la rigenerazione urbana possiede un’accezione di significato che sottende un valore positivo rispetto alle ordinarie operazioni di trasformazioni dei luoghi, che l’uomo compie da sempre. Questa qualità risiede nell’innovazione sociale che spesso si persegue attraverso azioni – anche sperimentali – di rigenerazione urbana, adottando nuovi modelli economici, sociali e culturali.
Azioni ancora tutte da esplorare sino in fondo e perfezionare.

In fondo, la rigenerazione urbana, intende abitare i luoghi attraverso forme innovative, più sostenibili per l’ambiente e le comunità, in grado di andare oltre la sola sostenibilità economica.

Ebbene, per rispondere alla domanda iniziale, Stanze di Natura è il primo passo di questo percorso rigenerativo dai connotati ambientali: è l’azione di trasformazione del luogo per accogliere il processo di riappropriazione da parte della Comunità locale – per altro già in atto.

Rigenerazione ambientale - le stanze di natura
© Marco Ceccherini

Alla ricerca della biodiversità

Le Stanze di Natura custodiscono il genius loci dell’Oasi del Seniga, un nodo della rete ecologica locale che connette le Valli d’Argon con la pianura bergamasca lungo il corso del Rio Seniga.
Un torrente dal nome apparentemente esotico, che porta alla mente immagini di rigogliose foreste tropicali e altre meraviglie della natura. Forse non è solo fantasia, in fondo, basta osservare il paesaggio con occhi più attenti e la natura ci sorprenderà.

Qui, a metà del corso del Rio Seniga, le costruzioni si diradano e gli spazi si aprono dando forma ad un piccolo scrigno di ambienti naturali l’uno diverso dall’altro: la zona umida, il torrente, il bosco e un grande prato.
Le Stanze di Natura, infatti, colgono il valore ambientale di questo suolo e accompagnano la natura verso la riconquista di questo luogo, che ancora oggi – purtroppo – porta i segni del suo passato industriale. In altre parole, un vero e proprio progetto di rigenerazione.

La zona umida e il torrente

Lo stagno è il cuore della riserva. Si tratta di un bacino artificiale di fitodeuprazione delle acque – realizzato molti anni fa – circondato da un fitto canneto che offre riparo e protezione alla fauna acquatica che lo abita.
Germani reali e folaghe, rane e rospi, tartarughe e rettili vi trovano riparo e nidificano per tornare a percorrere su e giù il Rio Seniga.

Lo stagno è inaccessibile alla vista, per via del fitto canneto. Però c’è un punto in cui le canne di palude si diradano quel tanto che basta per lasciar filtrare lo sguardo, laddove il canale che porta acqua allo stagno si immette nel bacino. Una semplice passerella in legno permette di superare il canale e di soffermarsi ad osservare l’acqua immobile e le placide anatre che vi nuotano.
La passerella è un’architettura timida, fatta di doghe di legno e barre di metallo che, al pari delle canne di palude, si muovono dolcemente e con esse si confondono.

Stanze di natura il ponte
© Marco Ceccherini

Gli Alberi, gli arbusti e il prato stabile

Una siepe di rovi cresce rigogliosa su una rete metallica abbandonata, ci respinge con mille spine ma ci concede dolcissime more. La siepe separa la zona umida dal prato, il quale si rivela essere un ambiente meraviglioso che sorprende per la sua ricchezza biologica.
Non è altro che un semplice prato stabile, ma se lasciato crescere in libertà al ritmo delle stagioni, darà vita ad una biodiversità inaspettata fatta di erbe e insetti di ogni fattezza e colore. Il prato prende vita quasi fosse un organismo vitale autonomo e muta costantemente colore, densità e altezza.

In mezzo al prato si trova un’isola di pali in castagno, infissi nel suolo secondo una rigida griglia geometrica. Simile ad un atto ancestrale, un rito di fondazione che un tempo l’uomo compiva per demarcare il limite tra lo spazio abitato e il mondo naturale e selvaggio.
Lì, all’interno di quest’isola effimera, ci si arriva nuotando tra le erbe e si può cogliere l’intensità di questo ecosistema delicato.

Stanze di natura biodiversità

Gli abitanti delle Stanze di Natura

Quando si entra nelle Stanze di Natura ci si rende conto di essere ospiti, accolti dai mille abitanti che vi risiedono. Esseri viventi che saltano, nuotano, strisciano o volano… I più numerosi sono loro: gli insetti. Nonostante le apparenze bizzarre, dobbiamo portare loro rispetto!
Ce ne sono di molte specie, ciascuno con un compito ecologico ben preciso. Però, tra questi, gli insetti impollinatori sono i più famosi e forse i più operosi. Oserei dire che sono il motore ecologico di questa riserva.
Perciò, in un angolo dell’Oasi, è stato costruito un bugs hotel. Appare come un’architettura fatta di ferro e materiali organici e offre rifugio per numerosi insetti solitari.
Al contrario, al centro del prato, un ronzio sempre più intenso rivela la presenza di un apiario composto da dieci arnie. E’ la città delle api mellifere.
Quali saranno gli esiti futuri di questa rigenerazione ambientale? Chissà quale sapore avrà il miele delle Stanze di Natura

Stanze di natura le api
© Marco Ceccherini

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