Gorlago: una perla bergamasca

Gorlago è una perla della Bergamasca, una tra le più preziose che si possano scovare in questa provincia. La bellezza di Gorlago non è immediata, per coglierla occorre addentrarsi nel cui del borgo tra le vie più antiche. Lì, resteremo affascinati dagli scorci e dalle opere che vi sono custodite. Proprio come le perle naturali, occorre forzare la conchiglia per raggiungere il tesoro. Il borgo di Gorlago merita di essere conosciuto e riscoperto.

L’ora d’arte

Ho acquistato L’ora d’arte d’impulso, sedotto dalla copertina. Non poteva andare diversamente: un bergamasco con la passione per l’arte non può resistere al richiamo di quell’immagine. Ma questo è un altro discorso. L’ora d’arte è un libro scritto da Tomaso Montanari per Einaudi. Nonostante non condivida sempre le posizioni di Montanari, sono sempre interessato alle sue opinioni ed all’onestà dei suoi ragionamenti. Anche in questo caso confesso che le sue parole mi hanno saputo coinvolgere.

Farm Cultural Park

Farm Cultural Park è difficile da definire e descrivere. Farm è uno spazio fisico, ma è anche una visione; è un’impresa culturale, ma anche una comunità di persone; è un’operazione di recupero di un luogo, ma soprattutto un modello sostenibile di rigenerazione territoriale su base culturale. Sono curioso e ne voglio sapere di più. Per questo motivo ne parlo direttamente con Florinda, co-fondatrice di Farm Cultural Park assieme ad Andrea, Carla e Viola. Nelle sue parole si coglie tutta la passione, l’energia e la creatività che animano questo luogo.

La Sirenetta

Ci sono città che possiedono opere d’arte ingombranti. Talune lo sono perché infinitamente belle, altre lo sono per la notorietà acquisita nel tempo e non sempre per i loro meriti artistici. Quest’ultimo gruppo di opere annovera grandi e piccole sculture, architetture bizzarre o incompiute, spazi urbani privi di carattere e molto altro. Anche Copenaghen convive con un’opera ingombrante: La statua della Sirenetta. Se volete il mio consiglio, andate a vederla. La Sirenetta non la si studia sui libri di storia dell’arte né per le sue qualità artistiche né per il suo valore storico. Tuttavia, dopo averla vista, ritengo che meriti una visita

Per scrivere bene imparate a nuotare

Io, tra mare e montagna, preferisco la seconda, però può capitare di trascorrere le vacanze in riva al mare. E lì, sdraiato sotto l’ombrellone, vivo con terrore l’arrivo di qualche animatore. Succede anche a voi? In quel momento, metto in pratica la tecnica collaudata durante gli anni di scuola: distogliere lo sguardo e celarsi dietro un libro.
Se osservati da lontano, la copertina illustrata dissimulerà agli occhi degli altri villeggianti il fatto che siete degli intrepidi secchioni in vacanza; da vicino l’animatore capirà che con gente così non può avere alcuna speranza!

Molisella Lattanzi

Molisella Lattanzi si occupa di Astronomia. A differenza dei suoi colleghi, il suo sguardo non è rivolto al cielo ma diretto a noi. Da anni, infatti, è impegnata in progetti di divulgazione scientifica. Oggi è direttore del Centro Didattico Ad Astra e di Galassica Festival dell’Astronomia, presiede l’Associazione Nemesis Planetarium ed è amministrato delegato di Visione Futuro, una società che sviluppa idee e strumenti innovativi per la divulgazione scientifica. E’ da qualche secolo che la Scienza ha rivoluzionato la nostra Cultura, eppure non le attribuiamo il dovuto rispetto. Soprattutto al giorno d’oggi.

Giovanni Cavalleri e Zeno Toppan

Giovanni Cavalleri e Zeno Toppan si occupano di letteratura, scrittura ed editoria. Dirigono Quanto, una rivista di letteratura speculativa, e fanno parte di Utopia, una giovane casa editrice dal nome emblematico. Ho voluto coinvolgerli in questa rubrica perché ero desideroso di conoscere il loro pensiero riguardo alla scrittura ed alle molteplici forme in cui essa si manifesta. Dialogare mi ha fatto riflettere sui tanti giovani talenti che, nonostante le difficoltà, rimangono in Italia. Spesso ci limitiamo a rallegrarci del fatto che non siano fuggiti all’estero. In realtà dovremmo fare di più: coltivare e far crescere questa voglia di fare cultura e impresa.

Le valli d’Argon

Le valli d’Argon intagliano il colle che dà loro il nome, una delle ultime propaggini meridionali delle Prealpi Orobie. Quegli stessi monti che lassù, al confine con la Valtellina, si mostrano aspri e arcigni, ai piedi della Pianura rivelano il loro lato più soave. Ed è proprio qui, in un lembo di terra compreso tra Bergamo ed il Sebino, che si cela un inaspettata successione di dolci colli e intime valli. Si narra che il colle d’Argon debba il suo nome ad Argo, la figura mitologica classica che tutto vede. Questo mostro, a seconda delle versioni tramandate nell’antichità, possedeva uno, quatto o cento occhi che non chiudeva mai contemporaneamente.

Giovanna Brambilla

In questa rubrica di brevi interviste non poteva mancare una riflessione dedicata ai Musei: un’istituzione culturale che ritengo irrinunciabile oggigiorno. Oserei dire un presidio di Cultura.
 La persona giusta con cui riflettere su questo tema è Giovanna Brambilla, non tanto per il suo ruolo all’interno della GAMeC di Bergamo, ma per la sua capacità di mettere a fuoco le questioni con estrema precisione e condurti a conclusioni profonde e sorprendenti.
Le avevo chiesto una breve presentazione per scrivere queste poche righe di introduzione, mi ha meravigliato la sua risposta: così bella che l’ho aggiunta all’intervista.